Nel mio, il Tuo amore

Su ali d'aquila

Domenica 02 ottobre 2022 - V dopo il Martirio (C)


C’è in questa Parola domenicale una forte domanda che mi provoca: ma io sto amando veramente?

Quando pensiamo all’amore, pensiamo subito all’amore per una persona, una realtà, una situazione che ci sta a cuore. Pensiamo a qualcuno che ci fa stare bene o che ci ha donato un bene… ma è sufficiente questo pensiero?

Gesù nel vangelo di questa domenica ci invita a fare un passo in più, non facile a mio avviso: bisogna imparare ad amare tutti, nessuno escluso. Questo passo ci sembra difficile, impossibile: come si fa ad amare tutti? Come si fa a donare il bene a tutti? La vita stessa di Gesù può diventare una provocazione: ma come hai fatto, tu Gesù ad amare tutti? Come hai fatto ad amare gli scribi, i farisei, i capi dei sacerdoti e tutti coloro che ti hanno ostacolato fin dall’inizio della tua missione? Come hai fatto ad amarli, a perdonarli? La risposta banale che ci possiamo dare è che Gesù è Dio e Dio ama tutti. Ma è troppo banale, perchè quante volte nella Parola e nel Vangelo troviamo Dio o Gesù delusi, arrabbiati, anche direi risentiti per la nostra durezza di cuore… e quindi come fa Gesù e il Padre ad amare tutti?

La risposta penso di trovarla in un atteggiamento che Gesù vive e anche il Padre vive in tante pagine della Scrittura: l’atteggiamento del sostare. Sì l’atteggiamento di chi si ferma, di chi rileggere il suo cammino e le provocazioni ricevute in esso. L’atteggiamento di chi si ferma nella corsa frenetica e insignificante del tempo e cerca di scavare nel suo cuore e nel capire il perchè quella situazione, quella persona faccio fatica ad amarla, a volergli bene. E forse scopriamo che lì non è tanto la persona in questione il problema, ma una situazione di male che ci ferisce, che ci fa star male. E riscopriamo invece che il volto di quella persona, velato dal male, ha in sè una promessa, che è anche la promessa inscritta in me: siamo figli amati da Dio chiamati all’amore vero e autentico! In noi tutti c’è una promessa di vita iscritta, la promessa dell’essere figli di Dio. Ed è in questa promessa che Gesù scommette tutta la sua vita, il suo essere Figlio, è in questa promessa che Dio come Padre scommette tutta la sua paternità, il suo amore per noi e per ogni uomo, indipendentemente dalla sua fede e dalle sue origini e storie.

La Parola ci invita in questa domenica a scommettere in questo amore e per scommettere in questo amore dobbiamo desiderare di avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù come ci ricorda Paolo nella lettera ai Romani. E per vivere come Gesù l’invito è per noi tutti ancora una volta quello di fermarci, non per stare fermi e immobili, ma perchè la nostra vita sia una vita viva e pienamente vissuta. La fede è questo dono: quello di dare gusto e sapore alla mia vita e non viverla come un flusso di impegni insignificante. Ecco perchè importante educare anche il nostro tempo e sapere dare il peso giusto alle cose, senza riempire le nostre vite di continui impegni che alla fine stancano il nostro cammino.

Per amare come Dio ci ama ci vuole un villaggio che sappia vivere con questo stile. Questo villaggio è l’oratorio, composto dai ragazzi, dalle ragazze, ma in principio dalle famiglie, da tutte le famiglie! Carissimi, riscopriamo la bellezza dell’amore vero, dell’amore che da sapore e gusto, dell’amore fondato sulla fede e non sugli impegni che fanno correre e che non danno speranza e luce al cammino! Ed è così in questa testimonianza vera che le nostre scelte verso i piccoli saranno vere e non una mera formalità.

Ma io sto amando veramente? Questa domanda sia un inizio, una scintilla che serve per accendere il fuoco dell’amore non solo nel nostro stare insieme, ma nel cuore di ciascuno, perchè brilli in verità l’amore di Dio, amore per ogni uomo e donna, amore che è misericordia!
 

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